Quotes 2017-10-04T14:52:57+00:00

Filippo Vignato maîtrise formidablement cet art de la glissade

Jean Francois Mondot, jazzmagazine.com - November 2016

11 brani calibrati e perfetti nel raccontarsi senza ostentare virtuosismi per trasmettere messaggi o risvegliare emozioni. Tutto a arriva a segno, con naturalezza grazie alla ‘discreta autorevolezza’ del leader e alla complicità di eccellenti e affiatati compagni di viaggio come Giovanni Guidi (pianoforte), Mattia Magatelli (contrabbasso), Attila Gyarfas (Batteria)

Il quartetto funziona alla perfezione grazie al sapiente lavoro di questi quattro musicisti che in parti uguali concorrono alla creazione di un disco che sa regalare momenti di pura emozione e di profonda riflessione (…) Sono brani in cui la poesia e la bellezza delle idee melodiche convivono con la brusca frammentazione e la rarefazione, a rappresentare uno sconosciuto universo cangiante eppure profondamente umano (…)

Among the bright stars of italian jazz

Thomas Conrad, TNYCJR - August 2017

Il trio di Filippo Vignato realtà di assoluto spicco

Sandro Cerini, Musica Jazz - October 2016

Vignato tra i jazzisti italiani più interessanti sotto i trent’anni (…) una musica di grande freschezza ed efficacia

C’è un sentimento di confine a condurre l’esplorazione del trio di Vignato: un confine geografico (il disco è stato registrato tra Parigi e Budapest), ma anche un confine più sottile, quello tra l’essere e il non essere, definito dal respiro che dà forma – plastica – all’idea e all’emozione

Alessandro Hellmann, Rockerilla - December 2016

(…) un quadro surrealista dipinto con i colori di una contemporanea sospesa tra il feeling caldo del trombone, le distonie del Fender Rhodes e del synth bass di Yannick Lestra, e la batteria modulare di Attila Gyarfas

Fabrizio Zampighi, SentireAscoltare - 2016

The winning characteristic of the electro-acoustic project from trombonist Filippo Vignato is how he keeps teasing at the complete and total immersion into electronic effect dissonance, right up to the point where an organic melody breaks through like a bold sun parting thick clouds

Il trio si espone in tutta la propria tenacia, l’improvvisazione si muove su atmosfere che trasformano i canoni jazzistici e li rinnovano, conservandone la forza. Chi si aspetta il prevedibile viene scosso e guidato altrove, verso un nuovo modo di sporcare e mettere in contatto un genere musicale con l’altro, così non è più elettronica o jazz, sperimentazione o classicismo, ma energia creativa e bellezza.

Alessia Roversi, bibazz.it

Forte della recente pubblicazione per la Auand di «Plastic Breath» e del riconoscimento ottenuto nel referendum Top Jazz, Filippo Vignato si sta affermando tra le voci più autorevoli del panorama nazionale. Dal vivo il repertorio del disco acquista un respiro ancora più libero e vitale

Enzo Boddi, Musica Jazz